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Archinto

QUI NASCE IL PO: questo troviamo inciso su una roccia a Pian del Re. Siamo in terra piemontese, ai piedi del Monviso, dove sgorgano pure e limpide le acque di quel fiume così caro agli Archinto di tutta Italia, tanto che essi sono soliti portarlo sempre con sé; una piccola ampolla piena d’acqua raccolta alle sorgenti, un sacchetto di rune:

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ultimi testimoni di quelle ascendenze celtiche della Famiglia che dal sangue e dalla terra trae la sua forza e il suo orgoglio, quello dei Primi tra i Cacciatori.

 

Sangue e terra, un connubio quasi pagano che tutt’ora sopravvive e prospera: solo i figli degli Archinto, legittimi o meno, possono sperare di essere accolti tra i loro Cacciatori e godere del prestigio della nobiltà, e nei secoli molti signori delle campagne hanno portato in dote agli sposalizi campi, vigneti, frutteti e boschi. Dal Monferrato alle Langhe, dall’Astigiano al Cuneese, per le valli di Susa, Sangone e Lanzo si rincorrono nomi di tenute, masserie e poderi che riecheggiano quelli dei versi che celebrano gli eroi della Caccia: Castelvero, Cavassa, Gancia, Gugliarossa, Insolito, Levi, Monteverdi, Morvena, Olderici, Norkruk

Forse è questo legame col territorio ed i suoi frutti a renderli i più vicini al popolo, spesso ospite al pari dell’aristocrazia delle numerose feste e balli organizzati nelle sale barocche di Palazzo Turinetti di Pertengo; danze, sculture, vini, banchetti, belle donne, begli uomini: nell’arte e nei semplici piaceri della vita si leva ridente l’urlo degli Archinto contro morte, tristezza e disperazione. Ancora una gavotta, ancora un cosciotto di cinghiale, ancora un bicchiere di birra, ancora una battaglia, ancora una risata, ancora una scopata, ancora un giorno. 

Animi così liberi e licenziosi possono trovare sfogo unicamente nella promessa di un progresso scevro da vincoli rappresentato dall’Impero; pur dimostrandosi credenti come i popolani che tanto amano, le rigide imposizioni del Dogma risultano troppo costrittive per loro, tanto da aver permesso lo sviluppo, negli ultimi anni, di politiche e filosofie in netto contrasto con la Chiesa. Nell’arte oratoria sempre misurata e mai offensiva del loro Capofamiglia, Teodoro Archinto, il Cacciatore del Consenso, sono apparsi inviti all’equità e al rispetto nei confronti dei non umani, tanto da accogliere in seguito molti di essi tra le fila dei suoi Cacciatori.

© 2020 by Codex Venator Torino. Codex Venator è una campagna condivisa per Dungeons & Dragons 5° Edizione, creata da Andrea Lucca, Alex Melluso ed Enrico Romeo. L’ambientazione tratta temi quali razzismo; misoginia; violenza esplicita; estremismo religioso; esperimenti su creature viventi; abuso di potere; limitazioni alla libertà personale e occultismo. Non si tratta di un’ambientazione dalle tematiche leggere e, per questo motivo, è bene che la lettura sia riservata ad un pubblico adulto. In nessun caso gli autori di questi racconti, delle avventure di Codex Venator o di altro materiale da esso derivato intendono appoggiare o giustificare comportamenti illegali e lesivi della dignità delle persone.

Attenzione: i seguenti racconti contengono spoiler sulle sessioni di Codex Venator Torino e Codex Venator Milano

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