![](https://static.wixstatic.com/media/f61af8_8a2fe52451ee45c6955d249cb04a3aa7~mv2.jpg/v1/fill/w_1920,h_1080,al_c,q_90,enc_avif,quality_auto/f61af8_8a2fe52451ee45c6955d249cb04a3aa7~mv2.jpg)
Archinto
QUI NASCE IL PO: questo troviamo inciso su una roccia a Pian del Re. Siamo in terra piemontese, ai piedi del Monviso, dove sgorgano pure e limpide le acque di quel fiume così caro agli Archinto di tutta Italia, tanto che essi sono soliti portarlo sempre con sé; una piccola ampolla piena d’acqua raccolta alle sorgenti, un sacchetto di rune:
![Archinto_edited.png](https://static.wixstatic.com/media/741811_1cc84a8a932e46f9af4541b7ef8e86cd~mv2.png/v1/fill/w_182,h_231,al_c,q_85,usm_0.66_1.00_0.01,enc_avif,quality_auto/Archinto_edited.png)
ultimi testimoni di quelle ascendenze celtiche della Famiglia che dal sangue e dalla terra trae la sua forza e il suo orgoglio, quello dei Primi tra i Cacciatori.
Sangue e terra, un connubio quasi pagano che tutt’ora sopravvive e prospera: solo i figli degli Archinto, legittimi o meno, possono sperare di essere accolti tra i loro Cacciatori e godere del prestigio della nobiltà, e nei secoli molti signori delle campagne hanno portato in dote agli sposalizi campi, vigneti, frutteti e boschi. Dal Monferrato alle Langhe, dall’Astigiano al Cuneese, per le valli di Susa, Sangone e Lanzo si rincorrono nomi di tenute, masserie e poderi che riecheggiano quelli dei versi che celebrano gli eroi della Caccia: Castelvero, Cavassa, Gancia, Gugliarossa, Insolito, Levi, Monteverdi, Morvena, Olderici, Norkruk.
Forse è questo legame col territorio ed i suoi frutti a renderli i più vicini al popolo, spesso ospite al pari dell’aristocrazia delle numerose feste e balli organizzati nelle sale barocche di Palazzo Turinetti di Pertengo; danze, sculture, vini, banchetti, belle donne, begli uomini: nell’arte e nei semplici piaceri della vita si leva ridente l’urlo degli Archinto contro morte, tristezza e disperazione. Ancora una gavotta, ancora un cosciotto di cinghiale, ancora un bicchiere di birra, ancora una battaglia, ancora una risata, ancora una scopata, ancora un giorno.
Animi così liberi e licenziosi possono trovare sfogo unicamente nella promessa di un progresso scevro da vincoli rappresentato dall’Impero; pur dimostrandosi credenti come i popolani che tanto amano, le rigide imposizioni del Dogma risultano troppo costrittive per loro, tanto da aver permesso lo sviluppo, negli ultimi anni, di politiche e filosofie in netto contrasto con la Chiesa. Nell’arte oratoria sempre misurata e mai offensiva del loro Capofamiglia, Teodoro Archinto, il Cacciatore del Consenso, sono apparsi inviti all’equità e al rispetto nei confronti dei non umani, tanto da accogliere in seguito molti di essi tra le fila dei suoi Cacciatori.